«I voti dei giovani ce li porta Taylor Swift»: così la Commissione Europea svilisce la politica

Coinvolgere i giovani alla partecipazione politica è essenziale. Cercare di parlare la loro lingua, cioè di utilizzare i nuovi strumenti digitali, è altrettanto fondamentale. Ma l’ultima trovata di Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen, svilisce profondamente la politica, riducendola alla pari di un vestito da vendere grazie al giusto testimonial.

Ragionando su come coinvolgere le nuove generazioni, il parlamentare greco ha infatti formulato un appello nientemeno che a Taylor Swift, la pop star statunitense che vanta un numero spaventoso di follower: 278 milioni. Ebbene, per Schinas, l’auspicio è che la cantante inviti i ragazzi a presentarsi alle urne alle consultazioni di inizio giugno, in concomitanza con il suo tour estivo in Europa.

Non solo: il sito Euronews racconta della predisposizione di una campagna di marketing che, dietro lauto compenso, coinvolgerà altri artisti di fama internazionale, compresi i Maneskin.

L’aspetto grave è che l’operazione non è affatto disinteressata: la convinzione è che voci così potenti e ascoltate possano indirizzare i giovani verso posizioni vicine a chi guida il governo europeo, magari sfruttando una superficiale presentazione delle follie ambientaliste che tanto vanno di moda.

Taylor Swift negli USA ha già usato i propri canali per invitare i giovani ad iscriversi alle liste elettorali, passaggio indispensabile per poi partecipare alle elezioni americane, ottenendo ottimi riscontri e indirizzandoli verso i Democratici. Così chi ora siede ai vertici della Commissione spera che la cantautrice possa motivare alla stessa maniera nuovi potenziali elettori.

È una vera tristezza pensare che per avvicinare i ragazzi alla politica si debba politicizzare anche il mondo in cui crescono, manipolandone la libertà di pensiero attraverso l’utilizzo dei loro modelli artistici. Un livello basso che conferma la tendenza di molti politici a misurare ogni propria scelta e l’impiego del tempo a disposizione esclusivamente per tornaconto elettorale.

Perché non interessa a nessuno che i giovani votino (che poi in realtà, in Europa, nel 2019 gli under 25 che si sono recati alle urne erano già cresciuti del 14%) ma solo che portino consensi di parte.

Così facendo, a missione compiuta, la politica s’accontenterà delle poltrone di comando e lascerà il vero potere ai burocrati e alla grande finanza. Con buona pace del futuro.

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