Marco Reguzzoni e il generale Vannacci, ovvero la politica in due mo(n)di al contrario

“Vento di cambiamento”, il libro di Marco Reguzzoni pubblicato su Amazon, sta rapidamente diventando un punto di riferimento per chi – da una visione politica di centro o di destra moderata – crede che si debbano dare risposte politiche differenti da quelle proposte dal generale Roberto Vannacci.

La pubblicazione del volume da parte del presidente dell’Associazione “I Repubblicani” ha ovviamente sollevato un legittimo dibattito. E lo stesso Vannacci, in un’intervista al “Corriere della Sera”, ha cercato di sminuire le riflessioni proposte, sostenendo che «Reguzzoni cita probabilmente il titolo del mio libro “Il mondo al contrario” solo per farsi pubblicità».

Parole che inducono a una risposta decisa. «Non ho certamente bisogno di pubblicità – sostiene Reguzzoni – perché ho un mio seguito da vent’anni ed è a queste persone che parlo. Semmai è lui che sfrutta la carica pubblica che ricopre per provocare scandalo. Se avesse voluto fare politica, avrebbe dovuto dimettersi dall’esercito. I generali non fanno politica».

Al di là del confronto acceso sulle dichiarazioni rilasciate alla stampa, per il presidente dei Repubblicani i concetti da far passare sono soprattutto altri: «Il mio libro non è contro Vannacci, al quale anzi credo sia stato dato troppo peso. Il mio libro è un appello ai giovani perché guardino alla politica con speranza di cambiamento. Se entrano in politica i giovani, torna il vento di cambiamento. Se invece non coinvolgiamo i ragazzi, allora la nostra civiltà è destinata a spegnersi. Siamo a un bivio: o ripartiamo o cadiamo ulteriormente»

In questo senso, Reguzzoni lavora per una politica che sia di maggior spessore: fatta di dibattito, non vincolata ai tempi dei social, mai piegata alle esigenze personali di consenso elettorale. «Per quanto riguarda Vannacci – conclude – io il suo libro l’ho letto e lo giudico un mix di luoghi comuni e posizioni retrograde. Nel mio volume parlo di un progetto politico dedicato alle nuove generazioni e con lo sguardo al futuro, il suo è puro qualunquismo. È grave che quasi nessuno dica niente. Come Repubblicani, la nostra intenzione è individuare una strada moderna e possibile per dare risposte liberali, federaliste e identitarie ai nostri territori».

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