Partiamo con una buona notizia: i ragazzi che abbandonano la scuola prima del diploma sono scesi dal 14,5% al 9,8%. Ma questo è l’unico aspetto positivo. In media, poco più della metà di chi affronta la Maturità raggiunge livelli sufficienti in italiano e meno della metà in matematica.
Suddividendo i risultati per livello di istruzione abbiamo che:
In terza media gli alunni che raggiungono la sufficienza in italiano sono il 58,6%, ma questo è il risultato medio, che risulta ben diverso se si guarda lo spaccato regionale: in Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna sono il 48%, mentre in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna il valore sale al 62%. Anche in matematica poco più della metà (55,7%) degli studenti raggiunge la sufficienza, ma anche in questo caso si tratta di una media nazionale: al Sud e nelle Isole la percentuale scende al 40%.
Se passiamo all’istruzione superiore, fondamentale anche per i requisiti di accesso all’Università, risulta che a livello nazionale il 62,4% raggiunge la sufficienza in italiano, ma i dati regionali restituiscono – di nuovo – uno spaccato: nel Nordovest e nel Nordest sono quasi sette su dieci ad avere risultati positivi, mentre nel Sud e nelle Isole sono soltanto il 52,6%. In matematica il 53,7% a livello nazionale ottiene almeno la sufficienza, ma in Calabria ed in Sardegna sono solo il 36,1%.
Nulla di nuovo, anzi, si conferma il peggioramento rispetto al pre-covid e il solito divario Nord vs. Sud. Quest’ultimo è un tema che purtroppo ha effetti negativi anche per coloro che si iscrivono all’Università, sia a livello di preparazione che di condizioni per l’ammissione ma anche per l’ottenimento di borse di studio (spesso collegate al voto della maturità, spesso più alto al Sud a fronte di risultati Invalsi inferiori).