Per hobby? No, per Hobbes. Fondamenti di filosofia politica nelle lezioni dei Repubblicani

Marco Reguzzoni, presidente dei Repubblicani, fra Thomas Hobbes e Nicolò Machiavelli

Uno dei testi del politologo Gianfranco Miglio – vale a dire “Lezioni di Politica – volume secondo”, ha accompagnato già diverse lezioni dell’Associazione “I Repubblicani”.

La seconda, in particolare, è partita dal ricordo dell’eredità di Tucidide che, spiega Miglio, è stato il primo portavoce dell’idea che la politica sia, nella sua indole, una “lotta per il potere” (nel bene e nel male è questo il medium per raggiungere altri fini, dice Max Weber in La politica come professione).

Lo storico greco è stato spesso accostato a quello che i filosofi definiscono approccio realistico, un fil rouge presente anche in altri autori inseriti da Marco Reguzzoni nel suo approfondimento. Su tutti Nicolò Machiavelli.

«Mi è parso più conveniente andare drieto alla verità effettuale della cosa che all’immaginazione di essa», scrive a tal proposito Machiavelli nel “Principe”. Dunque, è utile una riflessione sull’agire politico così come si manifesta nella storia.

Lo stesso Reguzzoni, presidente dei Repubblicani, si è espresso più volte sulla questione, affermando che sia necessario prima di tutto conoscere la politica in modo oggettivo, lasciando da parte qualsivoglia giudizio. Seguendo il discorso, le opinioni dovrebbero germogliare in un momento maieutico solo in seguito all’analisi della realtà, senza tuttavia distaccarsi da essa in modo utopistico.

Sempre Machiavelli dice: «Molti si sono immaginati repubbliche e principati che non si sono mai visti».

Un punto di vista certamente divisivo; è vero, infatti, che non si può prescindere da una lettura realistica delle vicende storico-politiche, ma è altrettanto vero che è necessaria anche una riflessione di tipo normativo. Credere, come Thomas Hobbes, in un’umanità malvagia ed egoista non è per nulla conveniente, anzi legittima lo status quo in cui i ricchissimi (attenzione, non i ricchi) fanno quelloche vogliono.

In particolare dopo il secolo breve, che ha modificato in un nanosecondo il pianeta e la politica, ci vuole speranza. Non basta sapere come si è vissuta e come si vive la politica, bisogna interrogarsi in egual modo sul come si dovrebbe vivere. Anche perché c’è un’intera generazione che chiede risposte per il futuro.

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